Il profanatore by Max Bentow

Il profanatore by Max Bentow

autore:Max Bentow [Bentow, Max]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


16

LA luce del neon gli feriva gli occhi. Non aveva dormito più di due ore. La brandina nel suo ufficio era scomoda e dura, ma non valeva la pena tornare a casa.

Quella notte stessa aveva avvertito Landsberg del ritrovamento di Lene, viva e in discrete condizioni di salute. Accompagnata in clinica, era stata prima visitata da una ginecologa e dopo assegnata ai servizi sociali. Landsberg aveva subito indetto una riunione generale nella quale si era giunti alla conclusione, in base al racconto di Lene, che Moll non era implicato negli omicidi. Al termine di una discussione estenuante, il capo aveva chiesto di fare il punto sulle indagini. Purtroppo si era dovuto convenire che gli indizi scarseggiavano e che difficilmente si sarebbe potuto progredire fintanto che Moll non si fosse ripreso.

La riunione si era sciolta solo alle prime luci dell’alba e tutti se ne erano andati perplessi e demoralizzati. Alle otto del mattino di martedì Trojan e il suo capo si trovavano nel corridoio del reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Westend, in attesa di poter vedere Moll.

Lo stavano medicando, li aveva informati un’infermiera. Dovevano pazientare e non sperare troppo di potergli parlare. Le sue condizioni erano serie.

Landsberg sospirò sommessamente. «Si potrà fumare qui?»

Trojan ridacchiò. «Temo proprio di no, Hilmar.»

«Stiamo perdendo tempo, non trovi?»

L’altro fece spallucce. «Vorrei poterlo almeno guardare negli occhi un’altra volta. Perché è lì, dentro quegli occhi, che si nasconde la verità.»

Landsberg giocherellò con il pacchetto di sigarette.

«Vorrei che fosse stato lui. Così il caso sarebbe chiuso.»

Camminò per un po’, su e giù: tre passi in una direzione e tre in un’altra. Poi si fermò davanti a Trojan. Gli occhi erano cerchiati di nero.

«Cosa ti suggerisce l’istinto, Nils?»

«Non continuare a chiedermelo.»

«Finora non ci ha mai tradito.»

Trojan sospirò.

«Potrebbe avere indossato una maschera, la maschera di un uccello. Questo spiegherebbe perché Lene non lo ha riconosciuto quando se l’è portata a casa.»

«Sì, potrebbe essere. Perché però ha ingoiato il vetro? Perché si è maciullato l’esofago? Che tipo di persona si infligge una cosa del genere? Una schiacciata dalla colpa e che vuole sfuggire alla prigione a vita?»

«In teoria, sì. Non è da escludere, tuttavia, che Moll tendesse all’autodistruzione.»

«Ma perché proprio in questa situazione? Perché durante l’interrogatorio e nel momento in cui lo hai messo con le spalle al muro? Spiegamelo, Nils, perché io proprio non ci arrivo.»

«Forse tutto questo ha a che fare con la bambina.»

«Intendi dire che, in quanto pedofilo, temeva le conseguenze delle sue azioni?»

«Sì.»

«Non c’è stato abuso sessuale, però. Lo attesta il referto ginecologico. Mio Dio, è terribile far subire un controllo simile a una bambina di dieci anni e, per di più, nel cuore della notte.»

Trojan si stirò la schiena dolorante. Aveva bisogno di dormire.

«Non scordiamoci che Moll non ha neppure una denuncia per molestie.»

«Non lo so, Hilmar. Forse ci sono andato giù troppo duro.»

«Finiscila. Okay, ammetto che l’interrogatorio è stato condotto sul filo della legalità, ma c’era in ballo la vita della piccola. Non è certo questo un motivo valido per ingoiare dei pezzi di vetro.



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